Educational Art
Siamo ancora educatori?
Ascoltare i loro racconti è stato davvero piacevole. Vedere la loro passione è stato commuovente.
Parlo dei docenti che ho avuto modo di conoscere all’inaugurazione del progetto Educational Art.
“I ragazzi hanno bisogno di fare, di sentirsi nel presente, di vivere esperienze! E sono pronti!”
Da questa consapevolezza alcuni docenti del Liceo Artistico Caravaggio di Milano hanno elaborato un progetto triennale multidisciplinare che si pone l’obiettivo di ripensare alla didattica proprio a partire dall’ascolto degli studenti e dall’esigenza di fare risvegliare i desideri e la capacità di sognare.
In che modo? A partire da un luogo fisico che abbatte (o dovrebbe farlo) le barriere perché cerca collaborazioni e stimoli nuovi: la scuola. E, nello specifico, un’aula che diventa una “cellula del contemporaneo”.
Così lo spazio è stato riorganizzato, seguendo le direttive degli studenti: non più una sala mostre del liceo, ma una stanza da abitare, un piccolo spazio relax da condividere con i docenti ma anche un luogo per ospitare conferenze, performance, mostre e lezioni (sì, quelle canoniche previste dal sistema-scuola).
Uno spazio libero, ma non trascurato, accogliente. Non più un’aula con banchi e sedie, ma una sala con un divanetto e dei tappeti, a copertura di tutta la superficie del pavimento, che invitano a togliersi le scarpe, a riappropriarsi della nostra presenza corporale all’interno di un luogo: è evidente come, forse per superare tutte le distanze create dalle nuove tecnologie, si voglia tornare a riscoprire dei contatti fisici che annullino le distanze così da sentirci protagonisti dello spazio che abitiamo. Questo cambia quindi anche la relazione con il docente che si pone allo stesso livello dello studente, la didattica (ogni lezione può essere fatta in questa aula, previa organizzazione tra i diversi docenti) quindi sarà strutturata in modalità nuove e maggiormente partecipative e il docente sarà una persona con cui confrontarsi.
Uno spazio che diventa casa e di cui ci si prende cura (una delle docenti curatrici del progetto racconta come hanno curato gli stessi alunni l’allestimento per Studi festival a partire dalla pulizia dei tappeti fino alla collocazione delle opere in mostra).
E dalla cura nasce la curiosità: lo spazio trasforma e si trasforma, costruisce legami.
Il primo interlocutore non può che essere l’arte contemporanea.
Secondo gli ideatori, infatti, oggi gli artisti sono una possibile risposta alla crisi educativa e pedagogica. Possono offrire chiavi di cambiamento alla relazione educazione-didattica. Gli insegnanti notano che oggi vengono dati solo gli strumenti per capire il passato ma non quelli per vivere nel contemporaneo. Sembra che la scuola sia una scatola chiusa e non un organismo flessibile e osmotico capace di attingere dal presente. Spesso si criticano i giovani studenti perché privi di senso critico, ma non ci si interroga sul “come” fornire reali strumenti per leggere il presente. “Se si crea un muro tra noi e il presente come si può fondare un vivere critico? Siamo nel presente o viviamo fuori tempo?”
Il progetto Educational art vuole affrontare la didattica mettendo al centro gli studenti, dando loro la figura del protagonista.
Così nascono importanti collaborazioni con artisti contemporanei che già lavorano sulle tematiche educative (Filippo Berta e Valerio Rocco Orlando) e workshop (per esempio quello con il gruppo ALAgroup, un’esperienza di tre giorni che ha portato gli studenti sul territorio, in mostra viene riportato un piccolo risultato).
Di notevole importanza è stata la donazione di diversi volumi della biblioteca del contemporaneo del Liceo Artistico Bruno Munari di Cremona: il Liceo Caravaggio così ha una biblioteca e un valido esempio di metodologie educative e formative diverse (il progetto CRAC).
Il progetto Educational Art proseguirà con diverse conferenze e nuovi interrogativi.
Solo la collaborazione con tutto il corpo docente potrà garantire continuità a tutto questo.
Mariangela Vitale
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