IL FESTIVAL DELLE MOSTRE
NEGLI STUDI DEGLI ARTISTI

14/18 Marzo 2017 - Milano

Meet the Rainbow Catchers

“Soft and warm/She’ll touch my face/A bed of straw/Against the lace…”

(Calda e morbida/Lei mi toccherà la faccia/ Un letto di paglia/Contro il pizzo)

(tratto da Rainbow, Catch the rainbow, 1975)

Lo studio di Yari Miele si apre al pubblico nel corso di  STUDI Festival 2017. Per l’occasione viene organizzata in questo spazio una mostra dalle premesse atipiche. Tutto parte da un racconto di Annika Pettini “Rainbow Catchers”(2017) che racconta di un squarcio di vita in città, una descrizione minuziosa di sensazioni, di pesanti cieli grigi, claustrofobici inverni urbani, senza colore. Annika Pettini, classe 1990, direttrice artistica della galleria Otto Zoo di Milano, lavora principalmente come curatrice e scrittrice. In questo caso crea la traccia, il tema comune, su cui i nove artisti presenti hanno creato opere o scelto lavori preesistenti.

Nove artisti dunque, un’opera a testa. Sono disposte in sequenza, seguendo l’andamento del muro bianco dello studio. Il gruppo formatosi è molto eterogeneo sia per quanto riguarda le tecniche che per le provenienze e le età, ma le connessioni fra i lavori presentati sono tante e più tempo si passa nello studio di Miele più esse si moltiplicano. Eppure, parlando con gli artisti, molti di loro affermano che si sia trattato di casualità e non di premeditazione. C’è da dire però che in questi casi esiste sempre una componente che non è da attribuirsi al caso: spesso, se ci si conosce, se si viene da uno stesso ambiente, se ci si trova bene insieme, ci sarà una contingenza di interessi e ricerca artistica.

Il tema di molte opere può considerarsi un racconto urbano- esattamente come il racconto di Pettini- e appena entrati ciò è subito chiaramente visibile. Ci si trova intorno a materiali industriali, immagini di carcasse di automobili, qualche vaga presenza di elementi più naturali, ma il tutto trova una forma ibrida con una certa poeticità colorata che a tratti ricorda proprio la scomposizione della luce che crea il fenomeno dell’arcobaleno. Le tecniche utilizzate sono molteplici: ci sono foto, ma anche una videoproiezioni, sculture, istallazioni. I lavori esposti sono di: Devis Venturelli, Cosimo Filippini, Roberta Garbagnati, T-Young Chung, Yari Miele, Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Antonio Barbieri, Corrado Levi e Fedrica Di Carlo.

 Domitilla Argentieri Federzoni

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