IL FESTIVAL DELLE MOSTRE
NEGLI STUDI DEGLI ARTISTI

14/18 Marzo 2017 - Milano

Oltre, in uno spazio: soglie labili e inquadrature impossibili.

In occasione di Studi Festival, Idea Copernico offre la possibilità agli artisti di esporre nel foyer del centro diurno per disabili Il Melograno. L’iniziativa, a cura di Gianluca Quaglia, si affianca ai workshop che durante l’anno vedono alcuni artisti collaborare direttamente con gli ospiti del centro dando vita a ulteriori esposizioni dei lavori prodotti.

Quest’anno gli artisti invitati sono Daniela Ardiri e Matteo Suffritti. Daniela ha operato sulla parete applicando una serie di fogli di carta sui quali ha disegnato a matita i particolari di alcune piante. Come un’edera, l’installazione sale lungo l’angolo della parete andando a conquistarsi il proprio spazio, interagendo con esso e modificandone la nostra percezione. Tra i disegni emergono delle fotografie realizzate dagli ospiti del centro, grazie alle macchine fotografiche usa e getta che Daniela ha regalato loro durante il laboratorio da lei condotto nel 2016. Scorci delle proprie gambe, le tazzine da caffè in ordine rigoroso, l’insegna di un autolavaggio ma soprattutto la porta tagliafuoco blu che immette nell’atrio. Quella soglia emblematica tra interno ed esterno, tra abilità e disabilità, tra follia e normalità. Soglia che vorremmo poter delineare stabilmente ma che in realtà non ci è mai possibile definire. La attraversiamo continuamente e continuamente ci attraversa. Unica fotografia di Daniela è un proprio ritratto di cui scorgiamo solo la bocca aperta e la camicetta abbottonata. Di nuovo un’immagine incompleta che sfugge all’inquadratura.

Matteo Suffritti espone una grande fotografia, un ricordo d’infanzia, in cui il soggetto principale è nascosto da un riquadro bianco incorniciato. L’operazione concettuale, in bilico tra riflessione esistenziale e semiotica, riflette su ciò che ogni inquadratura, ogni punto di vista necessariamente esclude nell’atto di concentrarsi su un soggetto. È il meccanismo di rappresentazione stessa ad essere messo in discussione. La superficie bianca nel centro, questo abbagliante accecamento, costringe lo sguardo a concentrarsi su ciò che è di solito escluso e solamente immaginato. Ogni rappresentazione è parziale e soggettiva, si dà solo escludendo il tutto da cui ritaglia un momento, uno scorcio, un punto di vista di cui essere consapevolmente artefici. La negazione del centro che costringe l’occhio a concentrarsi sui bordi, spinge la mente a ripetere il movimento in un continuo allargamento del campo visivo che procederebbe all’infinito. Meglio allora scegliere con cura la propria inquadratura e accettarne la limitatezza che però ci permette di incontrare quei volti cari che sono qui evocati nella loro assenza.

Daniele Pilla

 

Oltre, in uno spazio

Idea Copernico

Daniela Ardiri, Matteo Suffritti

Via Copernico, 5

info@gianlucaquaglia.com

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