Dove sei Billy?
Pensavo di incontrare Billy e invece sono caduta nella trappola di questo gioco: l’inganno delle apparenze.
Lo studio Basement ospita opere diverse, ma scelte per i continui richiami e rimandi tra di loro. Colori simili vivaci e brillanti spiccano sullo sfondo bianco delle pareti della sala. Un contrasto ben riuscito se si vuole sottolineare la finzione delle cose e invitare ad andare oltre il loro apparire.
Andrea Martinucci ci vuole fare riflettere sul nostro uso dei social e sulla continua creazione di immagini, che, una volta pubblicate, diventano di tutti. L’artista se ne appropria e unisce la tecnologia alla pittura: sceglie delle immagini dalla piattaforma instagram e poi copre con la pittura più parti. Decontestualizza e lascia che si creino delle storie nuove. L’immagine ultima sarà quindi un’immagine pittorica su tela non totalmente slegata dall’originale: Andrea, infatti, registra il processo di cancellazione in un breve gif.
I colori delle sue opere sono richiamati dal video di Aggtelek Duo. Un dialogo a due sull’arte e sul suo mercato. Spesso- dicono- ci dimentichiamo che la vera arte è la nascita.
Maurizio Vicerè gioca sullo spaesamento e azzarda significazione nuove a oggetti sempre più d’uso comune. La nostra vista può essere ingannata: sono massaggiatori di Decathlon o molecole? E, poi, perché ci copriamo con così tanti profumi? Cosa vogliamo nascondere?
Del rapporto strano che abbiamo con il nostro corpo e con la scienza ci parla anche Giuseppe Martinucci. I suoi occhi dapprima guardano le opere di Annabelle Arlie, poi incontrano i nostri. Non si può non notare la somiglianza nei tanti volti che abbiamo davanti. Allora si osserva meglio: hanno gli stessi occhi, quelli dell’artista, inseriti in volti di altre persone. Dov’è la verità? Quale è il vero volto? Dove guardare?
E Billy? “Billy Lidh è di tutti e di nessuno. Billy Lidh è oltre”.
È morto, è sordo.
Mariangela Vitale
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