Studio di Joykix
Via Aosta, 2, Milano, MI, Italia
Citofono: Joykix (Fabrizio Longo)
Email: info@joykix.it
Jokix, Eva Reguzzoni, Gianluca Quaglia accettano di confrontarsi in un contesto di negoziazione non convenzionale, realizzando un’installazione a sei mani. La relazione – che può anche risultare fallimentare – determina l’opera, non nasce a priori ma nel processo partecipativo del lavoro.
Jokix, Eva Reguzzoni, Gianluca Quaglia accept to confront in an unconventional negotiation environment, creating a six-handed installation. The relationship - which can also lead to a failure - determines the artwork which is not designed a priori but in the partipatory process of the work.
Artisti Partecipanti
Joykix, Eva Reguzzoni, Gianluca Quaglia
Descrizione estesa
In accumulo o sospeso, ma in equilibrio.
Tre artisti – Jokix, Eva Reguzzoni, Gianluca Quaglia –accettano la sfida di confrontarsi in un contesto non convenzionale, di negoziazione, realizzando un’installazione a sei mani. Lo spazio dell’incontro è l’opera-struttura di Joykix – ultimo sviluppo della serie Volume – che diventa il display per i lavori di Reguzzoni e Quaglia, artisti che si esprimono con media diversi e sviluppando ricerche eterogenee, quasi opposte e che hanno imposto alla struttura modulare che li accoglie la sua configurazione attuale, in una dinamica di limitazioni e libertà reciproche. Le distanze poetiche, tecniche ed espressive sono lo stimolo che dà avvio alla complessa relazione – che può anche risultare fallimentare – che determina l’esito dell’opera. L’approccio di Joykix, razionale e costruttivo, fondato sulla pratica del progetto e legato a un ripensamento del razionalismo fa i conti con quello più intimo e viscerale, autoanalitico di Reguzzoni che invece guarda a ritroso, alla dimensione della memoria ricercata con tecniche antiche e desuete e quello estroverso di Quaglia, basato su logiche relazionali e inclusive rispetto al contesto, in cui l’intervento si inserisce, in modo lieve ma quasi virale, con strategie di occupazione.
La mostra è quindi il teatro in cui si sviluppa la narrazione dei tre personaggi-autori su molteplici livelli, come interazione fisica e mentale con la struttura data, che diventa insieme ambito familiare e corpo estraneo, luogo da abitare e spazio da conquistare. La mostra e l’opera coincidono manifestandosi in accumulo o sospeso ma in equilibrio, analizzando allo stesso tempo la sua logica espositiva. È un dispositivo che amplia l’ambito di azione e interazione, rovesciando ruoli e punti di vista, istituendo altre regole e parametri concettuali. La dinamica di incontro/scontro non è determinata da tematiche o suggestioni date a priori ma dalla concreta ricerca di una convivenza che si attua nel processo partecipativo e problematico della costruzione del lavoro.