Studio area3
Via Ottavio Rinuccini, 3, Milano, MI, Italia
Citofono: AREA3
Email: steeeve8@gmail.com
Vuole essere un percorso visivo, una mostra d’arte No-Wave, un insieme di immagini differenti per stile ma simili per vocazione. Il percorso singolo di tre artisti che confluisce in uno spazio comune. Una bolla di confronto esplosa. Nella quale le tre visioni si uniscono per crearne una nuova.
Promises, wishes to be a visual journey, a No-Wave art show, an ensemble of images that differ by style and yet possesses the same vocational identity. The single journey of 3 artists converging in a common space. An exploded a dialogical bubble exploded. In which the 3 visions merge to creata new 1
Artisti Partecipanti
Stefano Cerioli, Thomas Raimondi, Michele Guidarini
Descrizione estesa
KILL YOUR IDOLS di Thomas Raimondi, Michele Guidarini, Stefano Cerioli
Il passaggio dei Sonic Youth su etichetta major può rappresentare metaforicamente la fine del vecchio e contemporaneamente l’inizio del nuovo.
Vecchio inteso come stadio primitivo necessario, crisalide underground, mondo introverso e ai margini. Nuovo inteso come apertura all’altro e verso l’altro, Non più, o meglio, non solo attraverso il puro atto di esistere ed esprimersi mediante codici e alfabeti personali, ma cercando volontariamente un punto di contatto con un mondo esterno pensante, ricettivo
e interconnesso.
Relazione come nuova forma di espressione. Dialogo come nuova forma di pensiero.
Uccidere i propri idoli, le proprie convinzioni, i propri standard per ri-plasmare e modificare ciò che si era e non esiste più in ciò che si è, ovvero: attimo presente attivo dove tutto confluisce ogni volta.
“I can’t see anything at all, all I see is me”. L’io concentrato su se stesso riflette solo la sua immagine compressa. Un delirio, un reiterato sogno ad occhi aperti malsano, che non simboleggia una visione bensì una nefasta profezia di un mondo fatiscente che si sgretola. Nel “Forget the past and just say yes” sta invece la crescita, lo scarto, la maturazione, la volontà di potenza.
il Bushido celebra la nonmente ovvero il superamento dell’io giudicante la realtà e il raggiungimento di uno stato interiore di non-io, vale a dire un prolungato momento nel quale l’azione, slegata dalla coscienza e dal ragionamento, viene guidata da un non-pensiero, che non è annullamento dell’intelletto ma attimo infinitesimale dentro il quale mente e cuore
coincidono. Come un flusso d’acqua perpetuo che riempie ogni spazio e non si arresta da nessuna parte e in nessun luogo. In ciò consiste l’arte. Il concetto di arte. Ciò che in principio è caos, diventa nel medesimo istante pensiero e azione. E’ vita che non teme la morte perché da essa arriva e ad essa tende in un eterno ritorno. Concretizzandosi con gesti e segni,
incisioni e graffi in un continuo tramandarsi del miracolo di Lascaux. Un’ intramontabile prima volta all’infinito.
Da queste premesse nasce l’idea di KILL YOUR IDOLS. Un percorso, una mostra, un’insieme di lavori, differenti per stile ma comuni per attitudine, che riflettono quest’esigenza di trasportare su carta, tela, legno.. un’idea, una concezione dell’artefatto che si avvicini il più possibile ad un gesto istintivo e liberatore nella sua forma, quanto rielaborato ed indagatore nel suo contenuto. Pennarelli colorati, ritagli, tinte fluorescenti, bronzi, ori, neri pieni, diventano così le lettere che unite imbandiscono il discorso, l’interrogativo su società, natura, relazioni, ibridazione, sottoculture…
E’ in uno scenario sociale di paradossi, in un cortocircuito tra progresso e humanitas che il saccheggiato immaginario anestetic-pop archetipico e del già visto si mischia con mostri antropomorfi, uomini mutilati, diavoli, bestie feroci, teschi, lame e serpenti, imbastardendosi e pervertendosi. Il mito occidentale della giovinezza, dell’apparire, del “consumo dunque sono” Baumaniano sono celebrati attraverso una sfarzosa messa nera pagana, dove ciò che è rappresentato è apologia impiccata del suo esatto contrario e la litania funebre che l’accompagna è un insieme sconnesso di slogan, versi di canzoni e scintillanti blasfemità.
Non è speranza pertanto, ciò di cui l’uomo moderno ha bisogno e neppure possibilità, ma azione e reazione. Vittoria su paura e terrore, propagandati oggigiorno sia tramite mistificazione dell’immaginario comune (da riviste di moda, pubblicità, videoclip…), sia per mezzo di una filosofia massmediatica che fa coincidere (chirurgia) estetica con morale. Un trionfo dunque, singolare prima, collettivo poi, perseguibile solo attraverso il superamento della concezione catastrofica di tempo lineare e l’accettazione della morte come epifania della vita.
Ttesto di Thomas Raimondi