IL FESTIVAL DELLE MOSTRE
NEGLI STUDI DEGLI ARTISTI

14/18 Marzo 2017 - Milano

Accoglienti atmosfere calde e grigie

Nello studio di via Sangallo 14 l’atmosfera che si respira è quella di un aperitivo casalingo fra amici: i padroni di casa sono accoglienti, la musica è adatta, gli ospiti coinvolti sono interessati e interessanti. Lo spirito con cui è stato concepito l’intero evento sembra essere proprio questo: disinvolto, a tratti quasi scanzonato.

Il duo artistico “The cool couple”, dal nome e dalle mire internazionali, ha creato una sorta di meditazione al contrario, quasi una parodia, in cui durante sedute/performance di mindfullness meditation invece di guidare gli spettatori verso la ricerca del Nirvana, si affrontano temi come terrorismo, nuovi nazionalismi e antropocentrsimo. Qui esposti troviamo quattro poster dallo stile pubblicitario, parte integrante di tale progetto, rappresentanti plastiglomerati, nuovi tipi di reperti dell’era antropocentrica, costituiti da plastica e materiale minerale. Lo scopo di questi poster è quello di richiamare e parodizzare le pietre meditative tanto in voga nell’ambiente new age.

Giorgio Bartocci invece è uno street artist che crea immagini antropomorfe simili a fantasmi, concentrandosi su uno studio cromatologico, di trasparenze e sovrapposizioni.

Stefano Serretta propone una serie di incisioni a puntasecca intitolata “We last” rappresentanti esplosioni atomiche in un anacronistico binomio fra tecnica e soggetto. Sempre di Serretta sono delle fotografie raffiguranti omicidi famosi avvenuti su automobili –“Video Tape”- attraverso i quali si ripercorrono episodi salienti della storia del XX secolo.

Le opere esposte nello studio di via Sangallo 14 hanno un solo importante punto in comune ovvero la generazione a cui appartengono. Qual è questa generazione? È quella caratterizzata dalle mezze possibilità, dalla sensazione di essere arrivati sempre troppo presto ma anche troppo tardi. Ma è anche una generazione che nonostante tutto crede in ciò che fa e non smette di sorprendere per l’entusiasmo e l’indipendenza della sua ricerca artistica.

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