IL FESTIVAL DELLE MOSTRE
NEGLI STUDI DEGLI ARTISTI

14/18 Marzo 2017 - Milano

Casa cicca ti s’appiccica

Camminando lungo il naviglio, arriviamo al numero 105 di via Ascanio Sforza. Davanti a noi una tipica casa di ringhiera. Suoniamo ed entriamo. Percorriamo un piccolo porticato. Due gradini. E pochi metri dopo, scorgiamo l’entrata di Casa Cicca. Intorno a noi 25 metri quadri tutti da curiosare. Ogni cosa all’interno gioca tra incastri e colori. La luce é calda e suona una musica orientale. Si riconosce il vecchio mangianastri. Le pareti sono ricoperte da una miriade d’interventi e opere di artisti. Notiamo fin da subito di fronte a noi, una porta che si apre sul naviglio. In quel momento vediamo Giulia. Parliamo con lei. Ci racconta che la casa ha una storia bizzarra, dal passato come bordello e stanza per giochi sadomaso. Le pareti che ora appaiono ricoperte di opere d’arte, un tempo sorreggevano catene e collari chiodati. L’intimità che ci pervade oggi, ci trasporta indietro nel tempo, quando questa recente alcova meneghina per artisti era rifugio rosso velluto per amanti. Ci guardiamo allo specchio e torniamo alla realtà. Giulia continua la sua storia raccontandoci cos’é Casa Cicca per lei. Scopriamo che ci ha vissuto e che nei primi tempi il passato le suonava alla porta, ma lei ha conferito alla casa un nuovo aspetto e una nuova personalità. 12.12.12 é la data d’inizio del suo progetto: Traslochi Emotivi. L’idea è quella di mettere al centro la casa e tutti gli avventori che la vivono, e che forse ricordando il passato, si fermano solo il tempo di una notte. In questa mite serata, incontriamo Lorenzo D’Anteo, l’artista ospitato. Lorenzo ci narra Il chiodo e il tempo. L’opera che ha pensato per la casa é stata collocata al centro della camera da letto. Quasi per scherzo, ribalta il nostro sguardo costringendoci ad osservare anche il pavimento. L’artista ci presenta un rosone in gesso che guarda la luce cadere dal soffitto. Cigni e putti corrono lungo la modanatura legandosi fra loro. Riaffiorano racconti mitologici. Distogliamo lo sguardo dall’opera di Lorenzo e curiosiamo ancora intorno a noi. Soddisfatte delle loro spiegazioni, continuiamo ancora per un attimo a guardare quello strano e coinvolgente mosaico, tentando di portare via più ricordi possibili. Varchiamo la soglia e lasciamo spazio ad altri curiosi. Per noi, di nuovo due gradini.

3/12

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