Il diavolo non ama le noci
In occasione di Studi Festival Dimora Artica, luogo di incontro e di approfondimento artistico attivo dal 2013, invita Giuseppe Buffoli a mettere in dialogo le opere in mostra per la sua personale (Il prezzo delle noci, visitabile fino al 2 aprile) coi lavori di altri artisti da lui scelti per amicizia e affinità creativa. Con grande simpatia Giuseppe mi racconta la leggenda di Pietro Bailardo, figura a metà strada tra il brigante e lo stregone, appartenente alla tradizione popolare dell’Italia centro-meridionale. Si narra che dopo una vita di malefatte, Pietro si fosse recato al Pantheon per la remissione dei peccati ma che all’uscita dell’edificio avesse incontrato il diavolo in persona a rivendicarne l’anima. Lo stregone per tutta risposta lo ripagò con una sporta di noci, rifugiandosi di nuovo nel tempio romano. Adirato, il diavolo attese invano il ritorno di Pietro camminando intorno al Pantheon fino a scavarne l’attuale fossato.
Combinando ecletticamente gli spunti di questa leggenda, Buffoli ha realizzato le opere in mostra. Una scultura in particolare colpisce l’attenzione. Si tratta di una forma apparentemente astratta in gesso glitterato nero che è in realtà una riproduzione in scala di un macchinario usato nel restauro del Pantheon che poggia su una base in MDF (una pasta lignea) a sua volta retta da tre stecche da biliardo in equilibrio su tre noci dorate. Il risultato è estremamente elegante e suggestivo, in perfetta tensione estetica. Così come Il Pantheon romano custodisce lo spazio sacro all’interno, anche questa scultura rivela una parte concava dai misteriosi bagliori vitrei.
Per osservarla al meglio bisogna salire sul basso soppalco dove incontriamo anche l’opera in gesso di Daniele Carpi, probabilmente una delle noci che il diavolo infuriato ha lasciato dietro di sé. Andrea Francolino propone invece una formella quadrata in cemento divisa in tre da una crepa. O forse sarebbe meglio dire che mostra una crepa racchiusa dai tre frammenti. Non potendo recarsi personalmente a Gerusalemme, invia un materiale plastico a un amico sul posto perché faccia il calco di una spaccatura sul selciato della città da cui poi ha riprodotto l’opera. La serie di passaggi rende concreta la frattura simbolica e simbolica quella concreta; ricordando peraltro la fragilità e la provvisorietà di un materiale apparentemente eterno come il calcestruzzo che sa costruire templi ma anche muri.
A far vibrare assieme i molti rimandi in mostra sottolineandone la tensione emotiva, le sonoritĂ electro-noise di Michele Lombardelli e Luca Scarabelli, che collaborano spesso come untitled noise.
Daniele Pilla
Dimora Artica
Giuseppe Buffoli, Daniele Carpi, Andrea Francolino, Untitled Noise (Michele Lombardelli, Luca Scarabelli)
Via Matteo Maria Boiardo, 11
dimoraartica@gmail.com
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