Mugnai d’arte

Nello studio di Ele’na Nemkova è presentata una mostra strutturata in modo da essere  percorsa come una linea retta, con le opere posizionate in sequenza, in una sorta di corridoio, l’una dietro l’altra.

David Casini crea colorate strutture con riferimenti diretti alla propria città, Bologna, utilizzando una molteplicità di materiali e forme.

Marcella Vanzo compone una sorta di objet trouvé usando delle riviste e imbiancandone le pagine ma mantenendo, di volta in volta, qualcosa di ancora visibile. Al di sopra di queste strane strutture cartacee  pone ceramiche dalle forme naïf creando composizioni di forma e colore.

Ele’na Nemkova lavora con diverse consistenze e materiali, creando una lucida scultura in nichel, bronzo e resina bicomponente, che ha però un “rovescio” composto da un intreccio ligneo di corteccia di betulla.

Marta Pierobon costruisce delle personalissime beccacce giocando sulle consistenze dei materiali e ricoprendole d’oro. Crea così un animale ibrido, quasi mitologico, che ricorda una maschera veneziana ma al contempo rimane in una dimensione fisica non delineata, che lascia spazio all’interpretazione.

Poggiata su un ripiano troviamo l’ultima opera dello spazio, di Alberto Scodro. Si tratta di una struttura di piccole dimensioni composta da stratificazioni cristallizzate che quasi ricorda un reperto geologico. La componente cromatica però allude a qualcosa di meno naturale, facendola assomigliare a una creatura, fra il vegetale e il minerale, di qualche pianeta lontano.

Il fil rouge che collega tutti i lavori è il modo in cui tutti gli artisti, ognuno a proprio modo, lavorino i materiali e li trasformino, irreversibilmente, in qualcos’altro: proprio come il mugnaio fa col grano duro, facendolo diventare farina.