Non sei mai al di sopra del sesso
Capriole
Studio LABO
Un nome, un gioco, una parola di un apparente ingenuità, che non permette fraintendimenti ma che poi, compreso il contesto, lascia intravedere tutti i suoi possibili significati. CAPRIOLE è la mostra organizzata a cura di LABO che vuole affrontare una tematica molto cara e molto discussa come quella del sesso. Per questa edizione 2017 di Studi Festival sono stati invitati, oltre ai cinque artisti permanenti dello studio (Laura Bassan, Isabella Nazzari, Micheal Rotondi, Chiara Sorgato), altri sette artisti di cui Piero ½ Botta, Marco Campanella, Massimo Dalla Pola, Camilla Giacchetta, Maria Chiara Lamperti, Daniele Maffeis, Sara Siami e Giulio Zanet. Gli artisti hanno avuto la possibilità di sperimentare ed esprimersi in libertà, ciò che ne risulta sono dei lavori senza alcuna pretesa ma che riescono a dare un interpretazione fresca ed ironica ad una tematica spinosa come questa.
I lavori differiscono tra loro per media utilizzati ma anche per soggetti ed oggetti messi in scena. Si comincia con l’installazione di Daniele Maffeis che costruisce una sorta di visore stereoscopico nel quale possiamo spiare un’esperienza personale dell’artista vissuta in una spiaggia per scambisti. Ci troviamo ad osservare una scena di pacifico erotismo.
Giulio Zanet dedica il suo lavoro alla penetrazione con un dipinto di grosse dimensioni. Chiara Sorgato, anche lei tramite il medium della pittura, ci rimanda al mondo femminile con un tono quasi sarcastico verso la sessualità femminile come viene vissuta oggi. Ci troviamo poi ad osservare un collage che ricorda la mitologia classica, è un lavoro di Sara Siami che si ispira alle avventure sessuali di Zeus.
Piero ½ Botta presenta dei dipinti realizzati da un suo amico critico ma eseguiti sotto le sue coordinate. Un lavoro che mette in discussione il rapporto artista-curatore e che con semplicità ci espone degli innocui giochetti erotici.
Camilla Giacchetta riesce a mettere a confronto il piacere erotico con quello provato all’interno dei social network, in particolare nel mondo di Instagram. Laura Bassan che invece è un orafa ricrea due gioielli, un calco di una bocca e di due polpastrelli, un riferimento ai sex toys che in questo caso diventano assolutamente personali.
Micheal Rotondi riesce a realizzare tramite un applicazione per smartphone dei manifesti dedicati al mondo di Tider e alle sue donne . I collage di Marco Campanella invece ci trasportano in un contesto meno ironico, nel quale gli ammassi di gambe, corpi, teste e innesti ci spostano verso una sensazione di turbamento.
La stanza è invasa da un installazione audio di Isabella Nazzari che, partendo dai suoni raccolti nei video porno, realizza un sonoro dilatato e costante nel tempo fino a divenire una sorta di mantra. Troviamo ancora una volta dei piccoli gioielli realizzati da Maria Chiara Lamberti, un possibile bracciale mutabile in dildo e un pendente utilizzabile come frustino. Ultimo, in una stanzetta poco più nascosta, il lavoro Massimo Della Pola che utilizza fazzoletti di cotone sui quali riporta con pigmento fluorescente scene di video porno.
Milena Zanetti
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