Nouvelle Folie
Nouvelle Folie
Studio di Veronique Pozzi e Sevil Amini
Veniamo accolti in un ambiente caldo e gradevole, in cui subito si viene incuriositi dagli oggetti che Veronique Pozzi colleziona all’interno del proprio studio. Veronique ci introduce immediatamente nel suo lavoro e nelle sue opere spiegandoci i materiali con cui lavora. Materiali esclusivamente naturali come cera d’api, legno, carta e vetro. L’artista lavora molto sulla disarmonia del contemporaneo e il caos percepito in questa epoca. Lo spartito musicale diventa un simbolo di razionalità e organizzazione, ma viene poi modificato, strappato, cucito da un filo rosso. Il filo rosso è un elemento ricorrente nei lavori di Veronique, un filo che però un ha un capo e una coda, spesso raffigurato come una massa caotica. Il cerchio è un’altra figura importante per l’artista. Rappresentazione di perfezione e armonia, l’artista ne stravolge i lineamenti facendone esplodere la circonferenza.
Siamo poi attirati dai magnifici oggetti che Veronique colleziona da parecchio tempo e che sono per lei di ispirazione continua. Si possono trovare scatole con vecchie fotografie strappate, densimetri recuperati da un azienda chimica, piccole torce cinesi, protesi dentali e conchiglie. La volontà dell’artista è quella di recuperare una memoria storica in costante deturpazione all’interno del mondo contemporaneo.
Da più di un anno Veronique Pozzi condivide lo studio con una giovane artista iraniana. Sevil Amini ci racconta il suo percorso artistico che sembra essere in stretto legame con le sue origini. Il colore oro predomina le sue opere pittoriche, un colore che interessa l’artista proprio perché non definibile in un unico colore. Figure di mezzi busti femminile o teste di capra compaiono in questi fondali oro, immagini che vengono riprese dalle miniature persiane e che ricordano all’artista mondi immaginari del passato. Dittici più grandi, nei colori del nero e del grigio, mostrano invece elementi architettonici in una prospettiva sbagliata. Un interesse per l’artista verso la linea e lo spazio creato da essa, una ricerca di profondità all’interno dello spazio bidimensionale della tela.
Milena Zanetti
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