IL FESTIVAL DELLE MOSTRE
NEGLI STUDI DEGLI ARTISTI

14/18 Marzo 2017 - Milano

TERZO TOUR VERSO SUD – parte 3

Invisible to the eye
casa-studio di Alessandra Caccia
Via Savona 2/a
Emanuele Resce, Alessio Tibaldi, Alessandra Caccia.

 

Direzione via Savona 2/a. Palazzina trovata.
Citofoniamo ed entriamo.
Ad accoglierci nella casa-studio, due degli artisti  partecipanti col sorriso smagliante e una bellissima tavola imbandita per il rinfresco. In effetti erano le sei di sera passate, l’orario perfetto per cominciare a brindare…ma ci siamo limitate!
Ci danno il benvenuto e subito cominciamo a conversare.
I tre artisti  Emanuele Resce, Alessio Tibaldi e Alessandra Caccia, dialogano insieme per suggerire un nuovo punto di vista: abbandonare il superficiale e scegliere il profondo. Questo per gli artisti significa ascoltare, approfondire, inoltrarsi, rallentare e soffermarsi. Infatti, ampliando i nostri sensi, scavando nel nostro inconscio e nella memoria, possiamo vedere apparire una nuova realtà, diversa da quella apparente, stupefacente e inaspettata.
Alessio Tibaldi ci presenta  il suo lavoro. È un artista che lavora principalmente con la scultura e con installazioni di grande formato. Incentra la sua ricerca verso lo sviluppo in positivo di temi negativi quali l’abbandono e il dolore come in Meravigliosi abbracci, l’opera esposta nello studio, grazie alla quale il bello e il brutto si fondono in un tutt’uno per creare reazioni ambigue e conflittuali trasmesse da un gesto molto semplice.
È la volta di Alessandra Caccia, padrona della casa-studio, ma anche artista partecipante. Ci presenta l’audio-video Dreamachine sviluppato in reazione ad alcuni esami diagnostici a cui si è dovuta sottoporre, tra cui la risonanza magnetica. Il suono ossessivo, pungente e ansioso della macchina, avrebbe potuto rendere ancora più difficile il superamento dell’esame. Ma proprio quel suono martellante e ipnotico che ricorda la musica techno, fa scivolare l’artista in uno stato di trance: chiudendo gli occhi l’esame si trasforma in un’esperienza di abbandono, di sogno e felicità in cui riemergono ricordi e sensazioni piacevoli. Alessandra riesce così a reagire a un momento di disagio grazie ad un processo di autoanalisi che le ha dato l’opportunità di trovare in lei stessa nuove e forti risorse. Ecco che anche in questo caso esperienze negative possono essere usate come medicina umana per andare avanti e cogliere il lato positivo di ogni singola esperienza. Un lavoro estremamente toccante, ma soprattutto delicato che non urta minimamente la sensibilità di chi ha avuto difficili esperienze simili a quella di Alessandra.
Ecco che arriva il terzo artista, in ritardo, quasi che stavamo per andare via! Si presenta e ci spiega il suo lavoro. Emanuele Resce propone un opera senza titolo composta da una serie di cucchiai da cucina rielaborati. La forma dinamica dei cucchiai si combina ad orbite di fili metallici che trapassano i corpi in acciaio collocati in verticale sulla parete dello spazio domestico. Così facendo Emanuele toglie il cucchiaio dalla sua dimensione naturale dandogli un’altra connotazione per creare un nuovo oggetto: l’immagine viene liberata dalla consuetudinaria apparenza statica, attraverso l’intervento che ne oltrepassa i limiti spaziali e gravitazionali oggettivi.

Ad interviste finite, che dire…un’esposizione quasi perfetta che ci ha fatto vivere un’esperienza forte e d’impatto.
In teoria il nostro tour era ormai giunto al termine, ma siamo andati a visitare ugualmente altri studi di amici dove abbiamo incontrato anche i nostri colleghi blogger; leggete anche le loro recensioni!

 

Rossana e Giulia

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*

 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi