Lo sconfinamento
IO NON PENSO NIENTE
Via Don Bosco, 16
Focus SUD
Margini e memoria. L’acquerello di Giuseppe Restano traccia linee che rievocano un ricordo del suo passato: tre fogli si trasformano nella pagine di un quaderno di scuola in cui le righe aiutano il bambino ad imparare qual è il limite oltre il quale non fare scendere la gambetta della q o far salire la l.
Quando si cresce però, questi suggerimenti tendono a scomparire, lasciando sempre più in balia del foglio bianco su cui poter scrivere la propria storia e dare una testimonianza del proprio periodo.
I limiti diventano labili, portando il mondo e le tradizioni a mescolarsi: l’Italia, raffigurata sulla parete adiacente, è segmentata, ovattata e non presenta più demarcazioni nette.
Giuseppe procede per sottrazioni: elimina gli elementi naturali, ma soprattutto le città e l’essere umano che ormai è ovunque, ma la cui figura, nei suoi quadri, non è mai comparsa.
La meticolosità dei gesti e della scelta dei supporti su cui operare si contrappone alla ricerca di Manuela Furlan che lascia libertà d’azione al caso. L’acrilico e l’olio creano figure, tra cui è fondamentale quella dell’uomo, e poi sottraggono: il nero rende così invisibile e cancella ciò che sta al di sotto, allontanando chi osserva dall’accontentarsi di una definizione limitante.
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